venerdì 11 novembre 2011

Justice - Audio, Video, Disco (Ed Banger, 2011)

Che i Justice non fossero il solito gruppettino indie-dance con il quale Pitchfork e i neofattoni da "seratone incredibbbbile domani, vieni che ti metto in lista, c'è un bordello" ci strascatafasciano i coglioni, si era capito da subito, nonostante il primo, buon album fosse comunque un feticcio da serata indie-house, e nonostante abbiano in repertorio roba tipo "WE... ARE... YOUR FRIENDS!" che sembrava fatta apposta per alzare il bianco braccino francese da dietro la consolle, o "Kokane", che è praticamente gabber music. Ma, in tutta onestà, mi preparavo a stroncare il classico "sophomore album", quello difficile, quello che riesce sempre peggio del primo, come Nevermind... ehm, no... come Led Zeppelin II... ehm, cazzo no, nemmeno... come The Bends? Vabbè, è difficile il secondo album, come quello di Terence Trent D'Arby.

E, invece... orpo, invece è un album di altissimo livello. Lasciamo perdere le cagate sulla seconda ondata del french touch, che mi sembrano, come al solito, porcate per vendere giornali e serate: in quest'album i Justice hanno fatto una cosa oltraggiosa. Hanno inserito, all'interno del loro suono fottutamente francese, fottutamente Daft Punk, dei chitarroni. 

Dei fottuti chitarroni.

E non quelle solite cagate campionate... riff di chitarra quasi prog. 

Che iddio mi perdoni, pensavo quasi di sentire Mike Oldfield nella doppietta strumentale Brianvision e Parade, con il loro incedere trionfale e quel cazzo di suono da orgasmo.

Non c'è niente di sbagliato in quest'album, dalla figata che apre l'album (Horsepower), che sembra un misto dei Tangerine Dream con gli ELO e una colonna sonora di un videogame pazzesco anni '90, di quelle che vendevano milioni di copie e che erano scritte coi controcazzi da musicisti veri, fino alla conclusiva Audio, Video, Disco, a tratti Alan Parsons Project, a tratti Daft Punk.

Per me, una inimmaginabile sorpresa e uno dei migliori dischi dell'anno... se non mi credete, fate due cose.

1) Cercate una qualche canzone di quest'album su youtube, e leggete i commenti. Gli indie lo ODIANO. Per sapere cosa è giusto nella vita, pensate indie e fate il contrario;
2) Pitchfork Magazine: 5.3.

Ah, e magari fatene un'altra, che spesso in quest'epoca non è contemplata... ascoltate l'album.
Vostro onore, ho concluso.
Voto: 8.8

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