Sono sempre restio a dire "non mi piace questo genere di musica": ci sono brutti album, brutte canzoni, ma non brutti generi, per quel che ho sempre pensato. Ma il nu-metal? Uuuuhh...
Prodotto da Dan Weller e registrato tra la Tailandia (?) e L'ondra [cit.], il terzo album degli Enter Shikari ci accoglie con la solita mistura di porcheria elettronica, heavy metal malcagato, hip hop da bianchi e ritornelli alla Backstreet Boys incazzati, A Flash Flood of Colour è marcato dal solito accento cafoninglese che va tanto di moda sfoggiare (Art Brut, anyone?) e da... nient'altro?
"La guerra è cattiva", "i politici sono tutti delle merde", "yeeeeeeeeeeeeh!": questo è, orientativamente, lo spessore lirico di questi ragazzotti incazzati. Non che io sia anziano, o che non mi piacciano i ragazzotti incazzati; semplicemente i ragazzi incazzati a cui ero abituato imbracciavano uno strumento e creavano qualcosa di interessante, che poi facesse cagare o meno era un mero dettaglio che si prendeva in considerazione in seguito. Questi qua, come ci hanno già abituato i mirabolanti Linkin Park, urlano una roba tipo i 5ive di Justin Timberlake meno efficace melodicamente e più alta in decibel, sotterrandola in strati di synth violinosi e di chitarrine superprocessate.
C'è da dire che a questo gioco sono tra i migliori gli Enter Shikari, e c'è qualcuno che si esalta a questa affermazione; ma se fossi persino il migliore al mondo a scoreggiare dentro una busta di plastica, non è che per questo l'imperatore Giuseppe II mi contatterebbe per rimpiazzare Mozart.
Voto: 3.4
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