mercoledì 25 gennaio 2012

The Maccabees - Given To The Wild (Fiction, 2012)

Che io non sia appassionato di indie rock (rectius: di questa roba che al momento chiamano, non si capisce bene perchè, indie rock) non è un mistero per nessuno, dato che blatero in continuazione contro la nuova "evoluzione" del mercato musicale. Ma che diavolo ci posso fare se ormai una enorme fetta (pari a quella dell'hip hop e a quella del pop spazzatura da vendere ai ragazzini ottenebrati da... da... boh, da Mtv?) della proposta musicale è ineluttabilmente questa?
I fottuti Maccabei (tutti atei, se ve lo steste chiedendo) con questo Given To The Wild calano l'asso, un po' come fecero i Bon Iver l'anno scorso. Non so se ambiscano al trono di principi dell'indie pop/rock, ma sicuramente questa terza prova del gruppo britannico puzza tanto di trionfo, a vederla da questo punto di vista.
Ambizioso, minuzioso, e tante altre parole che terminano in "-ioso", si capisce perfettamente già al primo ascolto quanto sia stato meticoloso il lavoro di Orlando Weeks e soci: strato sonoro dopo strato sonoro è una delle produzioni dream pop più riuscite degli ultimi anni, sorretta da un apparato melodico non indifferente e colorata persino da una sezione di fiati... bella idea.
L'apripista Child è forse il miglior momento, ma anche Went Away è un gran bel pezzo, nonostante sia più o meno una copia (inferiore) di quella "Sweet Disposition" che ha incatato il mondo, spruzzata qua e là all'interno dell'impianto sonoro del quale è costituita con tocchi che ricordano il buon The Edge, tanto che, se ci fosse un cantante arrogante e presente invece che un'eterea vocina sussurrante (standard per l'indie come ormai è standard per il metal il suono di una ESP) questo sarebbe un fottuto disco degli U2.
Nell'era dell'mp3, finalmente leggo di qualcuno che scrive che Given To The Wild, con i suoi 53 minuti, pecca  per essere sin troppo lungo: osservazione sicuramente vera ma impensabile negli anni '90, quando ci si ammorbava con 74 inevitabili minuti di album che ne dovevano durare non più di 40 (citofonare Axl Rose). Dei tanti cambiamenti del terzo millennio in relazione alla musica, uno dei pochi che mi soddisfi.
Se siete adoratori del diavolo che hanno "Crazy Train" come suoneria del cellulare, lasciate perdere questa roba... se invece siete appassionati di questa coglioneria indie, probabilmente amerete quest'album e non vi stupirete di trovarlo nella top 10 del 2012.
Io?
Io sto andando fuori dai binari su un pazzo treno. All aboooooooooaaaaard hahahahahaaha!!!
Voto: 7.0

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