Una band di musicisti
eccezionali: Robbie Krieger è un ottimo chitarrista,
John Densmore è un eccellente batterista e Ray Manzarek è determinante
sull'impatto musicale della band con il suo organo (la tastiera, non la
minchia). Ma il motivo per cui ci ricordiamo di codesto gruppo è un
altro: un buffone nietzschiano chiamato James Douglas Morrison.
Lui
è la faccia che vedete sulle felpe da ordinare col Postal Market, lui è
la faccia attaccata dietro la vostra Panda, lui è l'adesivo sulla
chitarra che vi ha regalato mammà: un cantante abbondantemente
superiore alla media con una presenza scenica che solo Elvis prima di
lui e Freddie Mercury dopo di lui hanno avuto, la rock star maledetta
per eccellenza (è morto a Parigi in circostanze misteriose a 27 anni...
qualche imbecille dice sia fuggito in Africa o ai Caraibi) e anche un
decente poeta (certe volte persino ottimo).
The
Doors - Elektra 1967
|
8.6
|
Strange
Days - Elektra 1967
|
10.0
|
Waiting
For The Sun - Elektra 1968
|
7.4
|
The
Soft Parade - Elektra 1969
|
7.5
|
In
Concert - Elektra 1991 [1968 -
1970]
|
8.3
|
Morrison
Hotel - Elektra 1970
|
10.0
|
L.A. Woman - Elektra 1971 | 9.6 |
An
American Prayer - Elektra 1978
|
7.7
|
Box
Set - Elektra 1998
|
7.9
|
The Doors
- Live In New York (6 Cd Boxset) (Rhino,
2009)
|
7.6 |
* Jim Morrison – vocals
* Robby Krieger – guitar, backing vocals
* Ray Manzarek – keyboards, backing vocals
* John Densmore – drums
* Robby Krieger – guitar, backing vocals
* Ray Manzarek – keyboards, backing vocals
* John Densmore – drums
Un ottimo esordio, nonostante il fatto che Jim non sia ancora
totalmente a suo agio con il microfono (con unica eccezione forse in Alabama
Song di Bertolt Brecht e Kurt Weil, che Jim e compagni fanno
propria con estrema naturalezza, rendendo questa la versione definitiva
della canzone).
La maggior parte delle canzoni "famose" dei Doors vengono da qui: le
due epiche Light My Fire (non quella porcata di tre
minuti che passano in radio, la versione lunga con gli assoli di Ray e
Robbie) e The End (la versione Morrisoniana del
complesso di Edipo, che vede quasi raddoppiata la sua lunghezza nei
live, grazie alle sue improvvisazioni) e Break On Through (non
so cosa cazzo scrivere in questa parentesi, ma la apro lo stesso perchè
ormai l'ho fatto per le altre due canzoni), ma quello che rimane è
quasi tutto allo stesso livello, come la già citata Alabama
Song e End Of The Night, una delle cose
più dark del gruppo californiano (con tanto di sgraffignamento da
William Blake: "some are born to the sweet delight / some are
born for
the endless night", e da Celine, la cui opera più famosa
"Journey To
The End Of The Night"... ho già detto che il nome The Doors deriva da
"The Marriage Of Heaven And Hell" di Blake medesimo e anche dal libro
di
Aldous Huxley "The Doors Of Perception"? Penso che avrei dovuto farlo
prima...). Degna di nota è anche la splendida e poetica The
Crystal Ship, che
sollazza il mio intestino tenue come poche
altre canzoni sanno fare.
Le
uniche cose fastidiose di questo incredibile album sono I
Looked At You e Take It As It Comes, più
o meno simili l'una all'altra (bubblegum music
degli anni '60 a suoi vertici di insulsaggine) e con testi penosi,
decisamente i peggiori della loro carriera.
Come
si chiude una recensione che non sai come chiudere?
Con
una parolaccia!
Vagina.
Ah, ed anche col voto
Voto: 8.6
Voto: 8.6
*
Jim Morrison – vocals
* Robby Krieger – guitar, backing vocals
* Ray Manzarek – keyboards, marimba, backing vocals
* John Densmore – drums
* Robby Krieger – guitar, backing vocals
* Ray Manzarek – keyboards, marimba, backing vocals
* John Densmore – drums
Stesso stile del debutto (anche se decisamente più "dark"
come atmosfere), ma stavolta senza difetti: i testi sono tutti
incredibili, le melodie di si attaccano alle scapole e incominciano a
fare "oheeeeee!!!" dentro la testa; in più Morrison è al 100% sicuro di
se stesso stavolta.
È
impossibile scegliere una canzone che stia al di sopra delle altre,
perchè sono tutte eccelse: dalla iniziale Strange
Days (che
suppongo abbia ispirato il film omonimo di Kathrine
Bigelow, regista di Point Break e moglie del più ricco esemplare canino
della storia del creato, James Cameron di Titanica e Avatarica
memoria), alla inquietante You're Lost Little Girl
(mmmmh... giro
di basso...), passando per l'apparentemente solare Moonlight
Drive (nella
quale la slide di Robbie Krieger fa la parte del
leone) e per People
Are Strange.
Devastante
è la conclusiva When The Music's Over, che parte
dal giro di basso che Ray aveva utilizzato in Soul Kitchen per una
cavalcata di undici minuti nel pazzo mondo di Morrison ("Before
I sink
into the big sleep / I want to hear the scream of the butterfly").
Ooooooh, e Love Me Two Times? Quel Krieger
funziona, eh? Garantito, dopo aver ascoltato questo disco non potrete
fare a meno di canticchiare le canzoni (a parte naturalmente Horse
Latitudes, che Morrison in fase poetica e, se non vi piace la
fase
poetica di quest'uomo, la detesterete), manco fosse un disco di Justin
Timberlake o chiunque diavolo sia popolare oggigiorno.
Essenziale
nella collezione di dischi di ogni appassionato di musica.
Dovrebbero fare una legge che impedisce a chi non apprezza e ammira
questo disco che un suo spermatozoo raggiunga un ovulo, perchè non
merita di riprodursi.
Voto:
10.0
*
Jim Morrison – vocals
* Robby Krieger – guitar, backing vocals
* Ray Manzarek – keyboards, marimba, backing vocals
* John Densmore – drums
* Robby Krieger – guitar, backing vocals
* Ray Manzarek – keyboards, marimba, backing vocals
* John Densmore – drums
Quest'album avrebbe
dovuto essere incentrato sulla
fissazione di zio Giacomo Morrisone con le lucertole (non quelle di
pelle).
Avrebbe.
Già perchè La
Celebrazione Della Lucertola, lunghissimo pezzo in stile The End, in
studio
proprio non gli veniva bene a 'sti ragazzi qua, quindi dovettero
abbandonare l'idea (per la gioia dei discografici della Elektra)
ripescando Hello I Love You e Summer's
Almost Gone dal demo del 1965 (chiaramente le hanno
riregistrate, frollocconi). In realtà, anche se ci fosse stata la
Celebrazione, il problema fondamentale è il fatto che non c'è
connessione logica tra le canzoni, che sembrano ammonticchiate l'una
sull'altra, come in un film di Rocco Siffredi, e per di più l'atmosfera
è molto meno dark dei primi due album, come in un film con Selen, con
delle eccezioni, come in un film di Ron Jeremy.
Partiamo
dalle eccezioni: Not To Touch The Earth è parte
della maxi opera Celebration Of The Lizard (sì, lo so, ho detto
Celebration eccetera eccetera già quaranta volte), ed è forse la sua
parte migliore se non siete degli estimatori della poesia di
Morrison; è altresì la canzone che gli ha procurato tanta merda in
quello che rimaneva della sua breve vita... Jim conclude la canzone con
la frase "I'm the lizard king... I can do anything"...
E che cazzo avrà detto mai!
Il mondo dei fanatici del rock biz è strano assai...
L'altra eccezione è
Five To One, il brano più pesante dei Doors, con altre frasi
rimaste nella leggenda ("No one here gets out alive!"),
brano additato come uno dei
veri predecessori del metal per forza e brutalità d'impatto (come,
molto
prima, Rumble di Link Wray); non sono particolarmente d'accordo, ma
tant'è.
Il
resto è pop (con evidenti influenze di svariato tipo, come flamenco in Spanish
Caravan e VALZER - ho detto proprio valzer
- in Wintertime Love): Hello I Love You
è nuovamente bubblegum pop, ma stavolta allo stato dell'arte, Summer's
Almost Gone
è triste ed intrigante così come Love Street...
My Wild Love è una specie di canto tribale e, se fosse lungo
un minuto e mezzo starei a parlare di quanto sia la canzone più bella
della storia, ma dato che dura tre minuti e rotti non è affatto il caso.
Sarebbe
stato un ottimo disco se Le Porte fossero riuscite a trovare un suono o
un tema unitario per tutto l'album, che così sembra una raccolta di
b-side con qualche gioiello in mezzo; dati i successivi avvenimenti,
suppongo che avessero (soprattutto Jim) altri pensieri di cui
preoccuparsi prima della coesione dell'album. Manco a dirlo, unico
numero uno dei Doors negli U.S.A.
Voto:
7.4
* Jim Morrison – vocals
* Ray Manzarek – keyboards
* Robby Krieger – guitar, chorus vocal on Runnin' Blue
* John Densmore – drums
--------------------------------------
* Harvey Brooks – bass
* Curtis Amy – sax solos (Touch Me)
* Reinol Andino – conga
* George Bohanan – trombone solo
* Jimmy Buchanan – fiddle
* Doug Lubahn – bass
* Jesse McReynolds – mandolin
* Champ Webb – English horn solo
* Paul Harris – orchestral arrangements
* Ray Manzarek – keyboards
* Robby Krieger – guitar, chorus vocal on Runnin' Blue
* John Densmore – drums
--------------------------------------
* Harvey Brooks – bass
* Curtis Amy – sax solos (Touch Me)
* Reinol Andino – conga
* George Bohanan – trombone solo
* Jimmy Buchanan – fiddle
* Doug Lubahn – bass
* Jesse McReynolds – mandolin
* Champ Webb – English horn solo
* Paul Harris – orchestral arrangements
Universalmente
disprezzato, questo è l'album uscito durante il peggior periodo per i
Doors: Jim era esageratamente fuori di testa persino per essere Jim
Morrison e combinava casini pressochè in ogni concerto, rendendosi
quasi insopportabile al resto del gruppo; inoltre aveva problemi legali
per un accusa di oscenità e masturbazione simulata in un concerto a
Miami, e questo spiega come la maggior parte delle canzoni di questo
disco sia scritta da Robbie. Oltretutto erano stati per questo (per il
pene di Jim a Miami, non per Robbie che scrive le canzoni) esclusi
dall'evento più importante del decennio in corso e forse anche di
quello a venire, il concerto di Woodstock, al quale parteciparono
pressochè tutti gli schizzati d'America, e che avrebbe fruttato tanti
bei soldini.
Quello
che caratterizza questo disco (e, fondamentalmente, il motivo per cui è
odiato a tal modo, soprattutto dopo l'eccessivamente "morbido"
precedente) è la presenza di archi e trombe, che non
sempre vanno d'accordo con lo stile-Doors: certe volte, nonostante le
canzoni siano buone, i fiati in questo caso ne rovinano la buona
riuscita, anche
se altre volte non sono esattamente i fiati il problema: come in Runnin'
Blue, un bluegrass, per l'anima degli antenati di Maometto...
Jim deve essere stato completamente fuori di melone per aver cantato
una
roba del genere... per di più dedicata a Otis Redding! Un BLUEGRASS
che sembra uscito dal fottuto Texas dedicato a Otis Redding? Non
sarebbe stato meglio un fottuto BLUES, che oltretutto è la cosa che i
Doors fanno meglio? Mah.
Tra
le cose migliori dell'album c'è senza dubbio la title-track, che
consente al re lucertola di esprimersi al suo meglio, tra leoni alla
sua sinistra e leopardi alla sua destra, pietre che rotolano, catacombe
e altre miriadi di allucinazioni, scritte (e DEscritte) in maniera
eccelsa da Jimbo, nonostante non possa essere più in torto di quanto è
sul futuro ("Succesful hills are here to stay / Everything
must be this
way", sempre che stia parlando di se stesso o della band,
come io sto
supponendo).
In realtà, la pessima
fama non è giustificata: abbiamo pezzi del calibro di Wishful
Sinful e Touch
Me, un pezzo degno del primo album come Wild
Child, il raffinato pop-soul-blues di Tell
All The
People e Shaman's Blues...
Ci sono anche le
pessime Do It
e Runnin' Blue, che sono terribili, ma il resto ooooheeeee!!!
Ovviamente
senza Morrison canzoni come Wishful Sinful sarebbero abbastanza
insulse, ma, del resto, Morrison c'è, so what's the point?
Voto:
7.5
*
Jim Morrison – lead vocals
* Robby Krieger – guitar
* Ray Manzarek – keyboards, vocals
* John Densmore – drums
* Robby Krieger – guitar
* Ray Manzarek – keyboards, vocals
* John Densmore – drums
Quest'album raccoglie tre album dal vivo dei Doors: il famosissimo Absolutely
Live (che occupa, a livello di minuti, la porzione più
consistente del doppio cd), e i due postumi Alive She Cried
e Live At The Hollywood Bowl (rappresentato solo in
parte).
Il
bello ed il brutto di ogni album live dei Doors è Jim: è un grande
attore, un eccezionale performer, ma se la
sua poesia non vi piace... eeeeeeeeh. L'esempio lampante è dato da Celebration
Of The Lizard, un lungo e splendido poema RECITATO da
Morrison (se non lo vedete nella tracklist è perchè è diviso in sette
parti, da Lions In the Street a Palace Of
Exile) che la maggior parte dei fan dei Doors adorano e la
maggior parte degli ascoltatori occasionali detestano, quindici lunghi
minuti di allucinazioni, praticamente la trascrizione dei trip da acido
di Jim: io l'adoro, ma sono performance come queste che hanno causato
l'assurdo revisionismo storico su Morrison. Bullshit,
bullshit, bullshit, bullshit.
Ci
sono alcune canzoni che mai appariranno negli album di studio, come i
tre blues Close To You, Love Hides e Build
Me A Woman (chiamata anche "Poontang Blues", il blues
della fica) e soprattutto la splendida ballad Universal Mind,
una meraviglia che non capisco come non sia riuscita ad entrare in
nessun album, ed alcune cover come una Little Red Rooster
d'eccezione, Who Do You Love di Bo Diddley e una
sporchissima (meno di quella del boxset, ma migliore a livello
musicale) Glooooooriaaa, in cui Jim da il meglio
di se. (Cazzarola, ho appena scoperto che anche Close To You è una
cover di
Willie Dixon... per favore cancellate il pezzo di sopra e riscrivetelo,
io mi annoio).
Le
performance scelte sono veramente ottime, anche se certe volte sembrano
prese apposta per il valore shockativo: When The Music's Over
è interrotta da idioti che gridano le parole prima che Jim
possa cantarle e lui grida: "SHUT UP! Is that the way to behave at a
rock n' roll concert?" e persino l'iniziale House Announcer (in
cui un annunciatore presenta i Doors, non prima di aver invitato tutti
a sedersi ai propri posti per evitare di farsi male) sembra lì messa
apposta a dire "guardate che fanatismo del cazzo c'era ai concerti dei
Doors", cosa che io lascerei a un bootleg, piuttosto che ad un album
live ufficiale.
Questo
doppio cd dimostra cosa erano veramente Le Porte
dal vivo: una
spettacolare blues band con un cantante spedito loro dal cielo,
perfettamente in confidenza con il proprio pubblico, con un gran senso
dell'umorismo (anche se piuttosto strano: "Dead cats, dead rats sucking
all the young men's blood"...è un malato di mente chi può trovare
divertente una cosa del genere... cioè, a me piacciono, ma non stiamo a
sottilizzare) ed in grado di INTERPRETARE le
proprie canzoni e quelle degli altri, non semplicemente salire sul
palco e cantarle come stanno scritte sullo spartito...
Voto:
8.3
* Jim Morrison – lead vocals
* Robby Krieger – lead guitar, rhythm guitar
* Ray Manzarek – keyboards
* John Densmore – drums
* Lonnie Mack – bass guitar on "Roadhouse Blues" and "Maggie M'Gill"
* G. Puglese (a.k.a. John Sebastian) – harmonica on "Roadhouse Blues"
* Ray Neapolitan – bass guitar on "Peace Frog" and "Ship of Fools"
BLUES!!!!! I Doors fanno ciò che più gli piace (a Jimbo) fare: sporco
semplice e puzzolente blues. Dopo due dischi che avevano completamente
(beh, quasi... si parla sempre del re lucertola, che cazzo!) distolto
l'attenzione del pubblico dalla band losangelina, qualcuno (forse Paul
Rotchild, il produttore, forse Jim, forse la band... non sono in grado
di sapere chi, dato che le poche interviste a Morrison sembrano
trattati di filosofia di quart'ordine) deve aver pensato bene di fare
un ritorno alle origini, per ritornare agli originali guadagni.
Il risultato è ottimo: ogni canzone è validissima sia a livello
testuale che a livello musicale e Jim, nonostante in certe canzoni sia
EVIDENTEMENTE sbronzo (tipo Maggie M'Gill), è ai
suoi massimi, e si permette anche un Frank Sinatra in Blue
Sunday, e Robbie, John e Ray sembrano ispirati come poche
volte in passato.... AYYYEAAAAAAAH!
Niente trombe, nè fottuti violini, nè We Could Shit So Good Together...
let's sing the bluuueees! Peace Frog? AYYEEEAHHH!!!
E Jim che grida "LAND HO!" come se fosse un marinaio
che vede terra? Queste
sono le cose che amo dei Doors!!!
Oh
cazzo, mi ero dimenticato di dire che il primo figlio di puttana che
chiama Roadhouse Blues ("Let it roooooll, babe
roll...") con il nome di "passetto dei Doors" parteciperà al mio nuovo
concorso "Evita le pallottole della mia 357 Magnum", e spero per lui
che riesca a vincere.
Voto:
10.0
* Robby Krieger – lead guitar
* Ray Manzarek – keyboards
* John Densmore – drums
* Marc Benno – rhythm guitar
* Jerry Scheff – bass
BLUES!!!!! Jimbo e la
sua band fanno ciò che p... cazzo l'ho già detta questa cosa. Comunque
è BLUUUEEES di nuovo, ma stavolta permeato da quell'atmosfera "Che
cazzo ci sto facendo qui" che aveva Strange Days (che, a giudicare
dalla voce di Jim, sembra di vent'anni prima... troppo gluglu e troppi
cubani, eh Jimbo?).
L'album è forse anche più vario di Morrison Hotel, con atmosfere sia
minacciose (Been Down So Long e L'America)
che rilassate (Cars Hiss By My Window e Hyacinth
House) e con alcune stranezze come The WASP
("No eternal reward will forgive us for wasting the dawn..."
pura poesia) e una cover di Crawling King Snake
di John Lee Hooker, uno dei miti di Jim.
Non
molto sorprendentemente i due pezzi più conosciuti sono i più lunghi (e
decisamente i più belli): L.A. Woman, un gran pezzo
blues di marca Morrison-Krieger-Densmore-Manzarek, e Riders
On The Storm, una canzone di devastante bellezza, nella quale
all'organo pieno di eco di Ray ed alla splendida voce di Jim si
affianca un effetto pioggia, quasi come se tutti avessero saputo che
Jim non avrebbe avuto molto da campare, ed era il momento di registrare
qualcosa di DEFINITIVO. Accanto alla
voce "normale" di Jim (per una volta in questo disco calma e
tranquilla, e non rauca ed aggressiva come in Been Down So Long) Bruce
Botnick ha avuto la geniale idea di registrare una traccia vocale
sussurrata... QUELL'UOMO È UN GENIO, diobbuono.
Altra genialata di
questo tipo è in Cars Hiss By My Window, dove Jim fa un assolo
di wah-wah... con la voce!!!
Jim
morì dopo pochi mesi dall'uscita di questo disco a Parigi, e, senza di
lui i Doors (ovviamente, mi preme dire) hanno registrato due album
orribili. No Jim, no party.
Voto:
9.6
*
Jim Morrison – Vocals,
spoken word (recorded in 1970)
* John Densmore – drums
* Robby Krieger – guitar
* Ray Manzarek – keyboards, bass
* Reinol Andino –
percussion* John Densmore – drums
* Robby Krieger – guitar
* Ray Manzarek – keyboards, bass
* Bob Glaub – bass on "Albinoni – Adagio"
* Jerry Scheff – bass
Ad un certo punto della sua strana vita Jim, grasso, barbuto, fiaccato
dagli eccessi e stanco del fanatismo dei "seguaci" dei Doors, decise di
non essere più un cantante, ma un poeta. Quindi, prima delle
registrazioni di The Soft Parade, sbronzo nella sua migliore
tradizione, si chiuse in studio per registrare le sue poesie (già
pubblicate con il nome di James Douglas Morrison) con un ingegnere del
suono.
Nove
anni dopo, i tre membri (nel senso di minchie in questo caso, non di
componenti) rimasti del gruppo decisero di aggiungere un substrato
musicale a quelle poesie (che possono essere ascoltate nella loro forma
originale nel bootleg The Lost Paris Tapes),
insieme a qualche spezzone di brano già conosciuto.
Ecco
più o meno cos'è questo disco: una versione devastante di Roadhouse
Blues registrata dal vivo a Philadelphia messa lì tanto per
spezzare, e le bellissime (secondo il mio parere da incompetente)
poesie di Jimbo, una delle quali sono persino riusciti a trasformare in
una canzone, ovvero The Ghost Song (i
miracoli tecnici di quel Botnick... o possibilmente di Frank
Lisciandro... non so davvero).
Se
siete dei fan della poesia di Morrison e non vi dispiace sentire
qualche pezzo in stile Santana come sottofondo, questo disco (al quale
sono state aggiunte le ultime tre tracce nella versione rimasterizzata
del 1995) vi piacerà; se no lo detesterete (come la maggior parte delle
persone che lo hanno recensito su internet).
Buona
Vita e Buoni Auspici.
Anzi,
vaffanculo, và.
Voto:
7.7
Questo
boxset è MARAVIGLIOSO!!! C'è tutto il demo registrato per le case
discografiche nel '65, canzoni non pubblicate, cover blues, un concerto a New York, canzoni live...
Ok,
dall'inizio. È difficile, com'è facilmente intuibile, parlare di un
boxset del genere senza parlare singolarmente delle canzoni, cosa che
ritengo abbastanza fastidiosa, e che, comunque, faccio sempre... ma
dato che non mi paga un cazzo di nessuno posso tranquillamente fare
schifo.
Five
To One è presa dall'infausto concerto di Miami ove Jim ha mostrato al
pubblico il vecchio pennellone baffuto; ottimo documento storico (ma di
pessima qualità audio) che fa comprendere più o meno cosa sia successo
quella sera e quanto bevesse Jim in quel periodo: a un certo punto (o a
un punto certo) incomincia a gridare al pubblico "You're a bunch of
fucking idiots! Letting people tell you what you're gonna do! Maybe you
love gettin' your face stuck in the shit! What are you gonna do about
it? What are you gonna do about it? What are you gonna do about it?
What are you gonna do?" e urla come un ossesso...
Queen
Of The Highway è qui in una eccezzzziunale versione lounge,
con Jim che sembra un crooner di Las Vegas, mentre Hyacinth
House è in versione demo registrata in casa con chitarra
acustica e bongos... tutto il demo del '65 è abbastanza strano, quasi
non sembra sia Jim a cantare, e in più c'è il fratello di Ray che suona
l'armonica... (il recensore da segni di cedimento guardando
la mole di canzoni ancora da descrivere); la versione live di
Soft Parade (l'unica mai registrata) è bella, ma non
come quella di studio; Whiskey, Mystics and Men e Who
Scared You sono due splendide canzoni che dovevano finire
rispettivamente su The Soft Parade e Waiting For The Sun (e non capisco
perchè non sia successo, dato che polverizzano letteralmente alcuni dei
pezzi di questi album) (il recensore barcolla, rendendosi
conto che è pure tardi e deve uscire, e se si addormenta scrivendo non
potrà farlo) Rock Is Dead e Black
Train Song sono due splendide improvvisazioni blues, la prima
in studio e la seconda dal vivo (ognuna delle due con citazioni da metà
della tradizione blues e rock n' roll americana, da Curtis Mayfield a
Muddy Waters, passando addirittura per Elvis), che Paul Rotchild ha
modificato per non renderle noiose all'ascoltatore medio, cioè quello
che non ha tutti i bootleg, libri e stronzate varie... ed il suo lavoro
è stato allucinante!!! Ascoltate Rock is Dead sul bootleg Missing Links
per rendervi conto di come abbia unito assieme parti che non
c'entravano un cazzo l'una con l'altra... facendole funzionare!!! (il
recensore si risveglia improvvisamente dato che la partita sulla quale
aveva scommesso alla Snai - Monaco vs. Dep. La Coruna - è finita otto a
tre e lui aveva scommesso sul pareggio... e ha indovinato tutte e
cinque le altre partite, più altre tre su cui non aveva scommesso!
Conosco un tizio che si gioca dieci partite per essere sicuro di non
perdere a causa di una sola partita tutte le altre... "Se ne gioco
dieci almeno ne sbaglio più di una..." allora che cazzo giochi a fare?
Aspetta, aspetta, non doveva essere una parentesi impersonale questa?
Cazzo... affanculo a me e alle mie tecniche di scrittura...) (il
recensore spegne il pc ed esce) (il recensore torna a casa e va a
nanna) (il recens... ok questo gioco non è più divertente...) Ci
sono anche una versione dell'Adagio di Albinoni (che
doveva finire sull'album Waiting For The Sun a conclusione di
Celebration Of The Lizard e invece è stato utilizzata come sottofondo
musicale per An American Prayer) e Orange County Suite,
una poesia di Jim dedicata alla sua simpaticissima Pam, completata dai Doors
rimasti, ed, ancora, ci sono I Will Never Be Untrue e Someday
Soon, due canzoncine ironiche di Jim, che vale veramente la
pena di ascoltare, soprattutto la prima ("I will never stay late out
drinkin' / No later than two... thirty").
Un
ottimo boxset, anche se la volontà di fare soldi aggiungendo
quell'ultimo stupido cd di "band favourites" per cercare di non fare
sentire fottuti i nuovi fan che comprino il boxset e trascurando
canzoni difficili da trovare come Paris Blues, (You Need Meat) Don't Go
No Further, Love Me Tender... faranno comodo per un altro santo Natale,
in un'altra compilation con un inedito alla volta.
Mi potrei anche lamentare del fatto che il secondo cd, Live at the Madison Square Garden, è in realtà una specie di compilation live da quattro concerti al Felt Forum (che è comunque all'interno del Madison Square Garden) che già tanto materiale aveva dato a In Concert (praticamente quello che non è qua: Light My Fire, When The Music's Over e Break On Through) ed è tagliato e con aggiunte di studio, ma non sono di certo il signor Lamentela Johnson, eppoi la suddetta compilation è ECCEZIONALE con Gloria di Van Morrison ("Why don't wrap your lips around my cock, babe!"), Crawling King Snake e Money di John Lee Hooker (che Jim presenta come inno nazionale americano, dicendo al pubblico di portare rispetto e fingere di essere ad una partita di football, introduzione che faceva parte di Light My Fire da questo stesso concerto, ma che per qualche motivo hanno attaccato a questa canzone) e ottime versioni di The End, Roadhouse Blues e Peace Frog.
Voto: 7.9
* Jim Morrison - vocals
* Ray Manzarek - organ, keyboard bass
* Robby Krieger - guitar
* John Densmore - drums
* John Sebastian - Harmonica on "Rock Me", "Going To N.Y. Blues" & " Maggie M’Gill"
* Ray Manzarek - organ, keyboard bass
* Robby Krieger - guitar
* John Densmore - drums
* John Sebastian - Harmonica on "Rock Me", "Going To N.Y. Blues" & " Maggie M’Gill"
La Rhino è un'etichetta discografica che ormai da almeno dieci anni è principalmente dedicata alla riedizione, ripulitura e/o rimasterizzazione (con notevole talento archivistico) di discografie e raccolte dei grandi gruppi del passato.
In particolare, per il gruppo di Los Angeles guidato dall'uomo che viene citato a più sproposito della intera storia del genere umano (con improbabili cagate come "Alcuni dicono che la pioggia sia brutta, ma non sanno che permette di girare a testa alta con il viso coperto dalle lacrime.", che probabilmente avrebbero fatto vomitare Morrison in meno di un secondo), la Rhino ha deciso nel Novembre 2000 di creare una sussidiaria di nome "Bright Midnight Records" (pescando dal testo di "End Of the Night") attraverso la quale saranno pubblicate 90 ore di materiale inedito (che, ci scommetterei, aumenteranno col tempo, tra scoperte e pulizie varie). In questo caso abbiamo 400 minuti (dei quali oltre un terzo inediti) che documentano tutti e 4 i set eseguiti dalla band il 17 e 18 Gennaio 1970 al Felt Forum di New York (arena più piccola all'interno del Madison Square Garden)... il tutto sistemato, ripulito e messo a nuovo da Bruce Botnick, tecnico del suono che lavorava con i Doors sin dall'esordio nel lontano 1967, che va a coprire persino i piccoli buchi nei nastri originali utilizzando bootleg di buona qualità e risistemandoli, tanto che è quasi impossibile accorgersi del buco stesso. Addirittura, nelle ultime tracce compare John Sebastian all'armonica.
Mi si potrebbe rispondere "e sti cazzi?"
Ignorando la vostra maleducazione, diciamo che le parti di armonica di Sebastian (leader dei Lovin Spoonful ed eroe di Woodstock l'anno prima) erano andate negli ampli al momento del concerto ma NON all'interno dell'apparecchiatura dedicata alla registrazione; quindi quel pazzo di Botnick ha convinto ADESSO Sebastian a ri-registrare le sue parti ormai perdute e le ha aggiunte. Non bastasse questo, per i puristi cagacazzo, ha pure aggiunto un codice nel cd attraverso il quale possono scaricare la traccia originale senza l'armonica posticcia!
Quando si dice fare le cose perbene.
In realtà il solo fatto di considerare di ascoltare questo box è un po' da malati di mente, per svariati motivi, che procediamo ad elencare:
- Parte delle tracce erano finite su Absolutely Live e Alive She Cried (ergo, per noi nati negli anni '80, sulla compilation in doppio cd In Concert);
- Il Box del 1997 conteneva già UN'ORA di questo concerto, organizzata come un concerto completo;
- Dio santo, 400 minuti di Morrison che blatera, con molte canzoni che si ripetono? Ma che vi si è fottuto il cervello?
- 80 eurini. Eh, già. La Rhino mica lavora per la patria. Stateci voi ore ed ore in cantine piene di merda di topo ad ascoltare Jimbo the Lizard King che biascica canzoni blues.
In realtà quello dei soldi è un non-problema: nessuno sano di mente al mondo spenderebbe ottanta euri sonanti per qualcosa che può avere gratis... Emule, che tu sia benedetto. Prima o poi la Rhino o chi per lei se ne accorgerà: nel frattempo ringranziamo tutti i non-sani di mente che consentono alla Rhino di pubblicare sta robaccia.
Il secondo problema è, anch'esso, un non-problema: il sopracitato genio Botnick, nel compilare il sopracitato Cd 2 del Box del '97 ha fatto una sopracitata operazione di taglia e cuci degna del dottor Frankestein, prendendo parti da ben due concerti oltre a quello di nuovaiorca del quale trattiamo... (andate a vedere qui per capire di che parlo), quindi quelle già edite sono cose più o meno diverse da ciò che ascoltiamo qui.
E, last but not least, è PALESE che solo un malato di mente ascolterebbe questa roba... e solo uno con il cervello totalmente nel cesso la apprezzerebbe.
Needless to say... I FUCKING LOVE THIS SHIT!!!
Dio mio, da quanto tempo aspettavo questo bootleg ufficiale!
Siamo nel post Miami, quando Jim Morrison si tirò fuori il pistulino, e lo stesso Jim attendeva il processo, senza contare l'aver fatto perdere alla propria band il cagatoio hippy di Woodstock, che fu uno showcase incredibile per i vari Who, Hendrix, Sebastian, Joe Cocker, Ten Years After eccetera.
Morrison è molto meno delirante (e probabilmente molto meno sbronzo) del solito, ed è lucido abbastanza per sfoggiare l'umorismo che lo contraddistingueva ("Ssshh... SHUT UP! Is that tha way to behave at a rock n roll concert? We need total silence here, this is important... you don't want to hear that for the next thirty minutes, do you?" "Weeell, this is New York for ya... the only people rushing to the stage are guys"), nonchè per regalarci quattro performance sfavillanti.
Il Felt Forum era anche abbastanza piccolino rispetto ai loro standard (un massimo di 5600 persone), quindi anche l'atmosfera è molto rilassata.
Ignorato totalmente l'album "The Soft Parade" (disprezzato da critica e pubblico, ma non da me) se non per una Wild Child completamente inculata che non arriva nemmeno al primo verso, la band si concentra sui propri classici (Light My Fire, When the Music's Over, The End, Break On Through, una delirante Celebration Of The Lizard, Five To One), sui pezzi del nuovo album (Morrison Hotel) e su cover di classici del blues (per non dire di una spettacolare Gloria). Nessuna sorpresa se conoscete i bootleg del periodo.
Qualità audio ssssspumeggiante e Doors in gran forma.
Avrete l'onore di ascoltare la band che si accorda, il pubblico che richiede pezzi, Jim Morrison che come al solito scazza con l'uomo delle luci ("Hey, Mr Lightman... could you please keep the lights exactly the way they are right now?") o raccontare qualche barzelletta idiota.
Ayeeeeeah!
Seriamente, esiste qualche mentecatto al mondo che sia in grado di ascoltare questa roba oltre me???
Voto: 7.6
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