mercoledì 21 marzo 2012

Paul Weller - Sonik Kicks (Yep Roc, 2012)

C'è un espressione, nella lingua inglese, che adoro: l'espressione è "to go bananas". Non chiedetemi di tradurla, sarebbe come chiedere ad un napoletano di tradurre "chella cessa zompaperete e' mammeta" o di far spiegare ad un catanese quanti significati possa racchiudere l'esclamazione " 'inkia!". In una bella recensione di quest'album, Maria Schurr afferma che per i vecchiardi in musica ci sono due strade fondamentali che vengono seguite in genere: fare i "duri e puri" e perseguire su cammini già in precedenza tracciati o, in alternativa, go bananas e fare qualcosa che, se riesce, mette i ragazzini al loro posto.
Beh, Paul sono ormai tre abbondanti album che è andato maledettamente bananas, d'altra parte l'ultimo capitolo più o meno classico fu "As Is Now", gran bell'album del nostro Modfather datato 2005... e di acqua, da quel 2005, ne è passata molta sotto i ponti; e Weller non smette di stupire, sbarellando con psichedelia ed elettronica: l'introduttiva Green è un perfetto campioncino (e forse tra i meglio riusciti dell'album) del menù che mastro Weller servirà, tra orge di chitarre elettriche, cazzeggio con la stereofonia e rumoristica tipica dello space rock che fu. 
Anche ciò che è melodicamente e stutturalmente più consueto (come The Attic o il singolo The Dangerous Age) ha comunque un sound raramente riconducibile al modfather... meravigliose sclerate psichedeliche come Drifters o When Your Garden's Overgrown (ospite Noely G) dominano l'album, ma non mancano altre sorprese come la cavalcata dub (??? 'inkia!) Study in Blue.
Un album che non è sicuramente un capolavoro, ma neanche l'ultimo degli stronzi [cit.], e che conferma che il Modfather è tutt'altro che morto, ma è andato nettamente bananas. Per fortuna.
Voto: 7.8

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