mercoledì 5 ottobre 2011

Primus - Green Nauganhyde (ATO Records, 2011)

Il Nauganhyde, impronunciabile parola del titolo, è quella simil-pelle che si usa nelle poltronacce (comodissime) da studio dell'avvocato e nelle cafonissime auto americane. Una Studebaker gialla con i sedili verdi di nauga, è una cosa di un cafone indicibile, ma allo stesso tempo incredibilmente affascinante, anche se fottutamente strana; che è un po' una definizione calzante per il gruppo di virtuosi di El Sobrante, CA. Dopo 11 dannati anni senza un LP, nonostante un tour-reunion-nostalgia, un greatest hits (HA!), qualche dvd o cazzate del genere e un EP non particolarmente memorabile, torna finalmente l'unica band a poter vantare un proprio genre tag personale su Winamp: ladies and gentlemen... let's all give it up for Primus!!!

Les Claypool non ha di certo lesinato output in questi anni di pausa dal più devastante gruppo ad aver avuto un video in heavy rotation su Mtv: tra libri, riproduzioni nota-per-nota di interi album dei Floyd, progetti alternativi e altre minchiate assortite, praticamente ha creato più di quando dirigeva i Primus stessi. Ma in realtà si sentiva estremamente la mancanza di questi meravigliosi cazzoni, e credo che loro stessi si siano divertiti un casino a registrare quest'album.
Parlando di gente che si diverte, Tim "Herb" Alexander ha deciso che i Primus non erano un progetto divertente da perseguire, e ha deciso invece di perseguire il progetto alternativo di Maynard James Keenan, i Puscifer. Se già fanno cagare quelli non alternativi, che iddio si fotta i Puscifer e l'anima de li mejo mortacci loro. Al suo posto rientra Jay Lane, batterista della prima incarnazione dei Primus - insieme a Todd Huth  - (parliamo di un periodo di poco antecedente l'esordio discografico) e membro dei Sausage proprio con Huth e Les Claypool... ça va sans dire, un'altra belva.
Gigantesco passo avanti rispetto a quella semi-merdata di Antipop, prodotta in pieno delirio nu-metallico, in realtà è un parziale ritorno agli esordi di Frizzle Fry ed un album di tutto rispetto. E con "album di tutto rispetto" non intendo rispetto ai Muse, ma intendo rispetto ai Primus... ergo è un album con i gran controcazzi. Meno incentrato sui deliri virtuosistici di Les (mi verrebbe da dire purtroppo, ma a dire il vero non è che ce ne siano pochi), a volte psichedelico come Tales From The Punchbowl (Jilly's On Smack, forse il pezzo migliore dell'album), a volte cazzuto come Seas Of Cheese (nel quarto capitolo delle Fisherman's Chronicles, Last Salmon Man, pericolosamente reminiscente della Here Come The Bastards che fu), a volte ancora cazzone come il Jerry Reed di Amos Moses di cui Les e soci fecero una più che fedele cover (Lee Van Cleef, dedicata a Clint Eastwood e a Van Cleef, eroi dello spaghetti western dei capolavori di Sergio Leone), il disco è, senza sorprese, esattamente quello che noi tutti stronzi volevamo da Les e Ler, 50 nuovi minuti di marca Primus originale, diffidate dalle imitazioni.

L'unica cosa che è calata un po' a livello qualitativo è la vena poetica di Les, un tempo geniale (e sottovalutatissimo) autore di testi deliranti ed inarrivabili come The Pressman, John The Fisherman, Nature Boy... oggi maestro del basso in ogni sua manifestazione, grande compositore ed autore di testi un po' scipidi. E vabbuò, io mi accontento... di questi tempi è gran grasso che cola un album così.
Voto: 8,3

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