lunedì 10 ottobre 2011

Beady Eye - Different Gear, Still Speeding (Beady Eye Records, 2011)

Era anche la cazzo di ora che ci levassimo i nOiasis dalle palle pelose, ma, sicuro come le tasse, non abbiamo potuto evitare che i due fratelli Gallagher si dividessero in due ventures separate: il gradevole Noel con qualche porcheria acustica o qualche Sunday Morning Call, lo squisito Liam con gli Oasis parte II. 

Leggendo queste righe, sappiate che già per me i migliori album degli Oasis (Definitely Maybe e Morning Glory?) sono tutt'altro che gli imprescindibili capolavori osannati da cani, porci e animali domestici. Sono, al più, dei buoni album di musica pop fatti da gente che sconosce le parole "dinamica" e "arrangiamento", che sa suonare come ragazzini davanti ad un falò, che ha il tasto "distortion" sull'amplificatore incollato con il nastro isolante e che ha avuto un impatto storico e culturale sulla musica paragonabile a quello delle Spice Girls. Fatta questa doverosa premessa, capirete come le mie mutandine di pizzo bianco non siano di certo bagnate all'idea di ascoltare 50 e rotti minuti della seconda formazione dei fottuti Oasis PRIVI PURE DI QUELLO CHE SCRIVEVA LE CANZONI. Però c'è anche da dire che le canzoni che scriveva il presunto genio da ormai un decennio rasentavano la pena più assoluta, la più becera copia di sè stessi che abbia mai sentito, e che, anche al meglio, non è che fossero queste intricate matasse compositive di cui trovare il perduto bandolo. Erano canzoncine del cazzo di tre accordi... gradevoli e piacevoli quanto volete, ma questo non cambia il succo del discorso, al quale, per vostra fortuna, sto arrivando.

Il succo del dannato discorso è che non ci vuole che una scimmia col cappello per imparare a scrivere roba del genere, e, seppure difficilmente ne raggiungerà mai il Q.I., Liam somiglia discretamente ad una scimmia, e scommetto che può permettersi un cappello al mercatino dell'usato, avendo venduto 70 fottuti milioni di dischi. E, vedi tu le cose della vita, l'album che ne è venuto fuori è migliore di tutta la fuffa che hanno prodotto i nOiasis negli ultimi dieci anni, e il trio compositivo Gallagher/Archer/Bell ha tirato fuori dal cappello un piacevole dischetto di stampo ridicolmente lennoniano, tanto più vicino al mastro ispiratore nei suoi episodi solisti quanto più gradevole (The Roller, Millionaire) ma non manca l'influenza del quartetto al completo (Wigwam), così come sono ancora saldamente presenti Stone Roses, Who e Pistols. 

Il disco è discretamente variegato, seppur utile come un secondo ombellico, e, se vuole iddio, manca la melensa ballata frantumammenicoli che Noel si riservava sempre più spesso, senza che nessuno gli si avvicinasse all'orecchio dicendogli "AMICO SONO TUTTE UGUALI CAZZO, NON SE NE PUO' PIU'!", e si lascia ascoltare, non foss'altro per cercare di riconoscere una canzone di Lennon dentro la rispettiva dei Beady Eye. Vuoi vedere che il problema era Noel sul serio?
Voto: 6.6

P.s.: il primo coglione che scrive per dire che già Gem, Andy Bell o come cristo si chiama, e quello sciroccato coi capelli piastrati scrivevano già negli Oasis le canzoni, vince un secchio di merda liquida da usare come glassa sulle torte al cioccolato. Cheers.

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