Credo sia ormai assolutamente superfluo esaltare le doti di adattabilità alle mode di Sir Michael Philip Jagger di Dartford, UK. È anche superfluo dire quanto sia bravo a non imitare pedissequamente i suoni delle suddette mode, ma a fare un passettino avanti rispetto alla massa di capre, e come preferisca divertirsi al mero prodotto di mercato (capirai, caga banconote da 500$ quando si sveglia la mattina). In questo specifico caso, cercato dalla mente pensante del progetto, il buon Dave Stewart degli Eurythmics, qui quasi un direttore d'orchestra, ha gradito non poco divertirsi osservando le giovani chiappe di Joss Stone (chiamalo fesso, al Sir) e ascoltando i suoni "etnici" di Damien Marley - uno dei 634 figli di Robert Nesta in arte Bob - e del compositore Bollywoodiano A. R. Rahman. Questi due etnici signori riempiono il fottuto album di questo improbabile (quanto redditizio) progetto di inascoltabili suoni da video sul monitor del kebabbaro sotto casa e da discoteca-barra-troiaio, finendo per somigliare più a Don Omar che a Peter Tosh, contornando il tutto da uno pseudo-rap alla Sean Paul che mi fa venire voglia di tagliarmi un lobo dell'orecchio e mandarlo a Dave Stewart come gesto intimidatorio.
Le chiappe della Stone |
Il progetto è curiosamente democratico, come dimostrano sia i credits dello stesso che i pezzi in sè stessi e, nonostante il pastrocchio eterogeneo dato dalla enorme diversità tra i componenti del supergruppo, in qualche modo ha una sua identità. Peccato sia un'identità di merda, ma hey, qualche pezzo buono lo si recupera, ed è già grasso che cola.
Voto: 5,5
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